Rieti e Castelluccio di Norcia
Rieti lascia in ogni momento col fiato sospeso: la ricchezza dei palazzi gentilizi reatini, le numerose chiese, i resti della città romana, la vista delle montagne circostanti. Più si avanza alla scoperta del passato abbracciati dalle mura medievali che circondano il centro storico, più si entra nella storia di Rieti fatta da papi, condottieri e sovrani, ricca di avvenimenti riconducibili allo stretto legame con Roma. In particolare ammireremo, sotto l’odierna via Roma, un meraviglioso scorcio dell’Italia sotterranea: i resti del viadotto romano costruito nel III secolo a.C. affiancato all’opera di bonifica della piana.
Il secondo giorno ci sposteremo verso Castelluccio di Norcia, piccolo borgo situato nel cuore della Valnerina, all’interno del Parco nazionale dei Monti Sibillini, a quota 1452 metri. Posto su una collina al centro di un vasto altopiano, diviso in pian grande, pian piccolo e pian perduto, per un totale di 15 km². Tra la fine di maggio ed i primi giorni di luglio di ogni anno la piana cambia volto e si trasforma in un tripudio di sfumature variopinte: migliaia di fiori sbocciano e le tre piane esplodono di colori, con tonalità che vanno dal giallo ocra al rosso, dal viola al bianco. Tra le specie, possiamo ricordare certamente le lenticchie, che qui vengono coltivate rappresentando uno dei maggiori prodotti locali.
Norcia è una città dalle origini remotissime, che già ai tempi delle guerre puniche tra romani e fenici ebbe un ruolo di primo piano. Le sue bellezze storiche sono in gran parte state danneggiate dai frequentissimi terremoti che hanno devastato la cittadina nel corso dei secoli (il primo nel 1300), tuttavia, grazie ad un attento restauro, oggi la città si presenta nella sua struttura originale, con la splendida architettura medioevale e signorile. La città diede i natali a un grandissimo personaggio religioso: san Benedetto, primo monaco del Cristianesimo, e fondatore dell’Ordine dei Benedettini, che visse a cavallo del ‘500, tra la preghiera e l’umiltà del lavoro, come egli stesso sintetizzò nella frase ormai celebre “prega e lavora”.
Il terzo giorno ci sposteremo di buon mattino al chiostro di san Francesco. È infatti una tradizione che la giornata della processione, in occasione della festa di sant’Antonio, inizi con una calda e densa cioccolata. Per molti anni preparata dalle suore clarisse oggi invece affidata all’abile lavoro di pasticceri esperti. Tutto accompagnato dai buonissimi biscottoni di sant’Antonio.
Seguirà l’escursione al monte Terminillo, la cui vetta più elevata raggiunge i 2217 metri di altitudine, una delle più alte del Lazio e simbolo dell’intera provincia di Rieti. Visita del tempio di san Francesco, unica chiesa al mondo edificata a 1700 metri che conserva una reliquia del santo, portata dalla tomba di assisi. Dopo una passeggiata nel centro montano, faremo un giro panoramico in bus fino a sella di leonessa, per ammirare il magnifico panorama delle creste dei Sassetelli.
Finalmente il pomeriggio sarà dedicato alla scoperta delle infiorate che ogni anno vengono realizzate dalla popolazione per la processione dei ceri di Sant’Antonio di Padova. La festa prevede che la “macchina” con la statua del santo, venga ornata con ori e argenti e portata a spalla dai confratelli della pia unione di sant’Antonio di Padova che procedono lungo le vie infiorate e illuminate. La processione terminerà alla sera con spettacolari fuochi pirotecnici.
Il nostro itinerario si conclude con il santuario di Greccio conosciuto in tutto il mondo come la Betlemme francescana, un poderoso complesso architettonico che sembra sorgere dalla nuda roccia. Nucleo originario del santuario è la cappella del presepio, su una grotta dove, la notte di Natale del 1223, san Francesco con l’aiuto di messer Giovanni Velita signore di Greccio, previa autorizzazione pontificia, rappresentò per la prima volta nella storia del cristianesimo la nascita di Gesù, istituendo il primo presepe. Da li potremmo volgere uno sguardo panoramico sulla sottostante valle santa, una delle più interessanti d’Europa per la sua particolare architettura del paesaggio.
PARTI PER RIETI E CASTELLUCCIO DI NORCIA: